Scopri le iniziative culturali per valorizzare il patrimonio storico e artistico di Palermo
In corsa verso l'anno 2030!
Nell'anno 2030 si celebra il novecentesimo anniversario della fondazione del Regno di Sicilia. Si tratta di una commemorazione che ha valenza per tutto il Sud Italia, dal momento che il Regno di Sicilia incorporava il Sud Italia, e che risuona come lo Stato più antico d'Italia.
Affinché si avvii la futura celebrazione di «Palermo 2030: la città incorona se stessa», l'Associazione propone la riscoperta della cucina palermitana al tempo degli Altavilla, con una serie di pietanze che verranno proposte dai ristoratori che aderiranno all'iniziativa «A cena con re Ruggero II», sotto la supervisione dello chef Piero Catalano.
Il primo monumento al padre dei meridionali
Alta quattro metri e collocata su di un piedistallo marmoreo di altrettante dimensioni, l'icastica statua si prospetta come il primo, vero monumento dedicato ad una figura tanto rilevante: Ruggero II, primo re di Sicilia e del Sud Italia unificato. Il progetto finale prevede una statua interamente in bronzo dorato, tecnica curiosamente ignota nelle figure plastiche di Palermo.
Dati gli alti costi, si prevede che il manufatto venga inizialmente realizzato con materiali meno costosi, creato con la tecnica del 3D; seguirà la doratura esterna, per essere in futuro tramutato nel materiale definitivo. Si auspica che la realizzazione della statua sia inaugurata a conclusione dei futuri festeggiamenti per il novecentesimo anniversario all'elevazione a capitale di Palermo e dell'incoronazione di Ruggero II d'Altavilla: ovvero nell'anno 2030.
La scelta d'una ipotetica collocazione della statua al centro di piazza Albert Einstein non è affatto casuale. Nonostante si presenti come un comune slargo intermodale, risultato dall'incrocio della tangenziale di viale Regione Siciliana con la via Leonardo da Vinci, è un luogo fortemente intermodale. Le due grandi arterie vengono infatti attraversate giornalmente da molte migliaia di persone, palermitani, turisti, merci, automobili, autobus, tram; fiumi di gente che si dirigono verso Catania o Messina, o verso Trapani.
RUGGERO II d'ALTAVILLA (1095-1154)
«Al Padre dei meridionali d'Italia, sovrano innovatore e primo germoglio del rinascimento latino. In lui l'Oriente e l'Occidente e pure l'Africa si unirono, dacché il siciliano, il pugliese ed anche l'africano furono i suoi sudditi. Con lui le arti e la politica si rinnovarono. Per mezzo di lui il siciliano non conobbe maggior diletto che libertà e opulenza. Elevò il popolo alle più grandi gesta che la Storia potesse vedere. Come il sole invitto splende eternamente sulla madreterra dei popoli europei, sulla gemma del mondo che è la soave isola di Sicilia, così lui, che ne fu il primo sovrano, brilla nel perpetuo ricordo di Palermo, sua illustre capitale».
Il simbolo dell'Associazione
Il "cameleuco di Sicilia" fu rinvenuto nel 1491, in occasione dell'apertura del sarcofago di Costanza d'Aragona, moglie dell'imperatore Federico II. Non si sanno con certezza i motivi che spinsero Federico II a porre sul capo la splendida corona emisferica (in filigrana d'oro e d'argento, adornata da smalti e da perle e pietre preziose, con due lunghi pendenti d'oro che lambivano le spalle del sovrano).
Erroneamente si è creduto che la "cuffia della regina Costanza", così venne per troppo tempo definita, fosse un copricapo femminile. Invero, anche secondo gli studi di Josef Deér e Angelo Lipinsky (lo storico Rodo Santoro riporta che gli Altavilla si facessero raffigurare con sul capo una corona più cilindrica, italica, pur possedendo il kamelaukion per evidenziare le mire imperiali su Costantinopoli), il cameleuco è una corona maschile e propria degli imperatori dell'Impero Romano d'Oriente.
È quasi certo che venne confezionata da re Ruggero II (i decori del cameleuco sono assai simili a quelli del manto) e indossata anche dai successori Guglielmo I e Gugliemo II; probabilmente da re Tancredi e dal figlio Guglielmo III, visto che il Regno di Sicilia procastinava la fase imperiale per trasformarsi in una nazione con mire sull'Italia Settentrionale; mentre con Federico II si spense del tutto il sogno d'un impero siciliano che incorporasse il trono di Costantinopoli, dal momento che egli era più legato all'Impero germanico.
L'Associazione sceglie l'immagine del cameleuco siciliano, dunque, volendo ricordare il massimo periodo di libertà e di opulenza di Palermo e dei siciliani.
"Unisciti a noi per preservare la memoria del nostro passato glorioso"
Diventa SponsorCarta dell'Identità Storica della Illustre Città di Palermo
La "Carta di Palermo", il cui nome completo è «Carta dell'Identità Storica della Illustre Città di Palermo» (il testo integrale è riportato in questo sito, ed è "aperto" a quanti vogliano approvare o contestarne il contenuto), nasce per arginare imprecisioni sulla storia della città, promuovendo un'immagine d'essa più innovativa e aderente al vero.
La "Carta" tratta vari aspetti della città, spesso assai poco noti, che però sono stati significativi per lo sviluppo della città di Palermo e per la Storia in genere: dalla diffusione degli spaghetti nel mondo al presunto risveglio del mondo latino ad opera dei cristiani Altavilla, all'affermazione del geografo al-Idrisi che nella corte palermitana dichiarò che «la Terra è tonda come una sfera».
Per molteplici ragioni, si ritiene che la storia di Palermo sia stata in parte dimenticata e persino distorta, già nella toponomastica ed anche nella scelta delle figure plastiche da inserire nel contesto urbano (ad eccezione del «Genio» e di qualche riferimento all'imperatore Carlo V d'Asburgo), come distorta appare la conoscenza del nome stesso della città.
La Carta, dunque, vuol rappresentare un "atto di forza" d'una città in risveglio, che si riappropria della propria identità senza fraintendimenti.
Il primo museo con due nomi
C'è da chiedersi perché mai una città importante come Palermo abbia dimenticato i passati splendori di capitale, quelli della dinastia regnante Altavilla (1130-1194), che questa Associazione prova a rievocarne il ricordo; ciò giustificherebbe l'assenza d'un museo sulla civiltà elaborata dagli Altavilla.
Poniamoci questa domanda: è corretta la definizione, nata nel XIX secolo, di definire la cultura creata dagli Altavilla come «arabo-normanna»? Questo ragionamento ci invita a rivedere la definizione di «Arabo-normanno» o di «civiltà arabo-normanna», proponendo un nuovo termine da usare: ossia di «civiltà siciliana», nata inizialmente tra la Calabria meridionale e la Sicilia orientale, ma sviluppatasi soprattutto a Palermo.
Una civiltà venuta fuori dalla cacciata militare dei Bizantini e degli Arabi ed anche dei Longobardi dall'Italia Meridionale, per poi riannodare i fili culturali nella capitale Palermo. Anche se, a ragion veduta, durò meno di un secolo e non potè pienamente maturare, eppure tanto significativa e tanto singolare per tutto il Medioevo; capace di coniugare tanto splendidamente la civiltà araba con la latina e la bizantina. Esempio più lampante della mescolanza delle tre civiltà del XII secolo è certamente la mirabile Cappella Palatina di Palermo.
Il compito di un museo è tutelare la memoria ed educare il visitatore al vero storico. Per queste ragioni, accettando che la cultura elaborata dagli Altavilla è attualmente nota come «arabo-normanna», l'auspicato Museo avrà inizialmente due nomi, per poi assumere l'unico nome di «Museo della civiltà siciliana».
Tuttavia, è noto che l'Associazione è impegnata nel "ritorno ideale" di tutto il corredo degli Altavilla a Palermo: tramite una rigorosa riproduzione dei manufatti (escludendo le superfetazioni), anche nel rispetto dell'uso dei materiali (perle, fili d'oro, pietre preziose, seta sciamito, eccetera), del "manto di Ruggero II", della tunica blu, dell'alba di Gugliemo II, dei sandali, della corona Kamelaukion, del cingolo, dei guanti, delle calze, della spada di Federico II, oggi rifulgenti nel Kunsthistorisches Museum di Vienna.
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